venerdì 12 dicembre 2014

Il mare e l'orizzonte


Da quanto tempo sono qui? Non lo so più. 
Mi sono ritrovata da queste parti per caso, dopo un giro in centro. Nel caos delle luci e delle bancarelle allestite per i turisti, mi sono spinta dove luce non c'era più. Verso la spiaggia, verso il silenzio.

Vengo dalla città. Una città caotica e chiassosa: clacson, rumore, grida di bambini e gente, tanta gente indaffarata. 
Corre, la gente corre sempre.
Eppure io in mezzo alla confusione ci sto bene. Caos materiale e mentale. Che se mi ritrovo da sola in una stanza raccolgo i pensieri e ci pensano loro a ravvivare l'ambiente, quindi che differenza fa, qui o là?

Così passeggiando per questo vialetto di case sfitte, mi trovo in una zona un pò in penombra a contrasto con le luci della via principale. Nel giardino di una villetta incontro un cane piccolo, si affaccia alla bassa cancellata e mi guarda. Vorrebbe abbaiare, dopotutto è un cane da guardia, ma non lo fa perchè ha capito che non gli farò del male. I suoi occhioni tondi incontrano i miei e la codina vispa inizia a muoversi. Siamo diventati amici, con uno sguardo.

Vado oltre e sento il profumo di dolciumi che proviene dalla fiera. Ho di nuovo cinque  anni e chiedo lo zucchero filato che non ho mai provato, non mi piace e mia madre sorride e mi dice: - Lo mangia papà -

Ancora un passo e sono già oltre. Dieci anni in un passo. Vedo la punta degli ombrelloni chiusi e torno a quei giorni d'agosto in cui ti incontrai. Tu così banale, io così sciocca. Anche allora intorno a noi c'erano tante luci, giostre e caramelle, ma io non ero ancora donna. Maliziosa come un papavero fra le spighe.
Forse se non fossi stata così ingenua, se non fossi stata così piccola oggi sarei ancora lì con te.

Man mano che mi avvicino torna la luce dei lampioni del lungomare ad accecarmi e allora attraverso velocemente la strada e entro in spiaggia. Le ombre sono tutte innanzi a me e più cammino e più arretrano e poi spariscono.

Le ombre spariscono e la calma mi reclama.

Via le scarpe e a piedi nudi mi trascino verso il mare. 

Ora si sente il rumore delle onde. Era questo che ero venuta a cercare. La pace ad ogni passo, come un lento ritorno a quello che sono: acqua ed emozione, mossa da influssi planetari. Sono una marea, a volte alta e impetuosa, a volte bassa, timida e rinchiusa.

Raggiungo gli scogli e mi siedo, lo sguardo sempre perso nell'orizzonte. 
Si dice"scrutare" l'orizzonte alla ricerca di qualcosa, io cerco irraggiungibile. 
E' questo il segreto della vita, penso, guardare all'orizzonte senza scoraggiarsi. Lo guardo con occhi avidi, con gli occhi di chi sogna. 
Lo guardo con gli occhi della speranza. 

Un Cuore nel Sole

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